Primi piatti

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La caratteristica peculiare della cucina sarda è data dal fatto che i cibi più usuali sono preparati e presentati allo stato naturale, senza l' uso di spezie e di droghe, non gradite dal gusto semplice delle popolazioni paesane. Si dà invece grande importanza a particolari espedienti di cottura che talvolta richiedono una vera e propria arte sapiente, accoppiata alla più elementare semplicità degli ingredienti usati.

 

Fra i primi piatti la specialità più diffusa in tutta l' isola è data dagli gnocchi chiamati mallorèddus o ciccionès, che sono costituiti da piccoli pezzi di pasta di semola, schiacciati ed arrotolati col pollice su di un crivello o su una tavoletta scanalata.

La speciale confenzione conferisce alla pasta la forma di minuscoli cilindri irregolari, i quali, dopo breve tempo, si induriscono acquistando un candido colore su cui spicca qualche raro pezzetto tinto in zafferano. ls malloreddus, che vengono serviti col condimento di un abbondante sugo di pomodoro con trito di carne e formaggio pecorino bene stagionato, costituiscono un piatto saporito e di sicuro successo.  

 

In alcune zone si confezionano is tallarìnus, una sorta di robusti e lunghi spaghetti arrotolati a mano, che rassomigliano a sas alisànzas, quasi uguali alle più comuni tagliatelle.

 

In tutta l' isola si confeziona un tipo di pasta speciale da minestra detta sa frègula, formata da minute palline di pasta gialla, bruna o colorata con zafferano, lavorata con la leggera e veloce rotazione della mano in su cilìvru o chilìriu.

Primi piatti

La caratteristica peculiare della cucina sarda è data dal fatto che i cibi più usuali sono preparati e presentati allo stato naturale, senza l' uso di spezie e di droghe, non gradite dal gusto semplice delle popolazioni paesane. Si dà invece grande importanza a particolari espedienti di cottura che talvolta richiedono una vera e propria arte sapiente, accoppiata alla più elementare semplicità degli ingredienti usati.

 

Fra i primi piatti la specialità più diffusa in tutta l' isola è data dagli gnocchi chiamati mallorèddus o ciccionès, che sono costituiti da piccoli pezzi di pasta di semola, schiacciati ed arrotolati col pollice su di un crivello o su una tavoletta scanalata.

La speciale confenzione conferisce alla pasta la forma di minuscoli cilindri irregolari, i quali, dopo breve tempo, si induriscono acquistando un candido colore su cui spicca qualche raro pezzetto tinto in zafferano. ls malloreddus, che vengono serviti col condimento di un abbondante sugo di pomodoro con trito di carne e formaggio pecorino bene stagionato, costituiscono un piatto saporito e di sicuro successo.  

Malloreddus

In alcune zone si confezionano is tallarìnus, una sorta di robusti e lunghi spaghetti arrotolati a mano, che rassomigliano a sas alisànzas, quasi uguali alle più comuni tagliatelle.

 

In tutta l' isola si confeziona un tipo di pasta speciale da minestra detta sa frègula, formata da minute palline di pasta gialla, bruna o colorata con zafferano, lavorata con la leggera e veloce rotazione della mano in su cilìvru o chilìriu.

Fregola sarda

Il piatto forte della cucina rustica sarda è costituito dagli agnolotti chiamati, a seconda delle varietà dialettali, culurgionis o culungìonìs o culurzones. Il loro ripieno può essere di formaggio fresco o di grassa ricotta, di carne macinata o di verdura, di patate, strutto e formaggio in salamoia, o di selvatiche erbe aromatiche. Il condimento è a base di ragù con formaggio pecorino, e, in certi casi, di un sughetto di limone con zafferano.

 

A Nuoro nei giorni della sagra di Nostra Signora di Valverde, si distribuiscono ai fedeli convenuti presso l'antica chiesetta su filindèu, una agreste minestra confezionata col formaggio fresco che fila.

 

In tutto il Montiferro si usano sos maccarrònes de urta, che sono dei rozzi spaghetti conditi con formaggio grasso quasi sciolto e pepe. I contadini che fanno largo uso di pane spesso utilizzano quello indurito ridotto in fette, ben inzuppato nell'acqua bollente e insaporito con la salsa di pomodoro e formaggio piccante. Questa pietanza prende il nome di suppas o di pan' a fittas.

Culurgiones

In alcuni paesi la pasta lunga si condisce con olio crudo e aglio pestato, mentre nelle località sul mare si usa il sugo delle anguille in umido o la sàpida bottàrga grattugiata.

Bottarga

In Logudoro, in Planargia ed in alcuni centri dell'Ogliastra, in particolari circostanze, soprattutto per le feste principali, si confezionano sas panàdas, grosse torte tondeggianti ripiene, cotte al forno su enormi teglie. La pasta delle sfoglie, ingrassata e resa croccante dallo strutto mischiato all'atto dell'impasto, deve essere violàda, cioè ben lavorata e ridotta in sottilissimi strati, affinchè basti a comprendere ed ad avvolgere l'abbondante ripieno. I componenti di questo sono molteplici, prelibati ed appettitosi, dai minuscoli pezzi di carne rosolata ai delicati bocconcini di cervello soffritto, dai teneri fondi di carciofo ai verdi piselli primaticci, dalle dolci favette rugiadose alle olive amarognole, dalle erbe aromatiche e stimolanti alle sottili fette di prosciutto rosato ed agli odorosi condimenti, tutto, sapientemente dosato, dà sostanza e preziosità a questa raffinata pietanza.

Il piatto forte della cucina rustica sarda è costituito dagli agnolotti chiamati, a seconda delle varietà dialettali, culurgionis o culungìonìs o culurzones. Il loro ripieno può essere di formaggio fresco o di grassa ricotta, di carne macinata o di verdura, di patate, strutto e formaggio in salamoia, o di selvatiche erbe aromatiche. Il condimento è a base di ragù con formaggio pecorino, e, in certi casi, di un sughetto di limone con zafferano.

 

A Nuoro nei giorni della sagra di Nostra Signora di Valverde, si distribuiscono ai fedeli convenuti presso l'antica chiesetta su filindèu, una agreste minestra confezionata col formaggio fresco che fila.

 

In tutto il Montiferro si usano sos maccarrònes de urta, che sono dei rozzi spaghetti conditi con formaggio grasso quasi sciolto e pepe. I contadini che fanno largo uso di pane spesso utilizzano quello indurito ridotto in fette, ben inzuppato nell'acqua bollente e insaporito con la salsa di pomodoro e formaggio piccante. Questa pietanza prende il nome di suppas o di pan' a fittas.

In alcuni paesi la pasta lunga si condisce con olio crudo e aglio pestato, mentre nelle località sul mare si usa il sugo delle anguille in umido o la sàpida bottàrga grattugiata.

 

In Logudoro, in Planargia ed in alcuni centri dell'Ogliastra, in particolari circostanze, soprattutto per le feste principali, si confezionano sas panàdas, grosse torte tondeggianti ripiene, cotte al forno su enormi teglie. La pasta delle sfoglie, ingrassata e resa croccante dallo strutto mischiato all'atto dell'impasto, deve essere violàda, cioè ben lavorata e ridotta in sottilissimi strati, affinchè basti a comprendere ed ad avvolgere l'abbondante ripieno. I componenti di questo sono molteplici, prelibati ed appettitosi, dai minuscoli pezzi di carne rosolata ai delicati bocconcini di cervello soffritto, dai teneri fondi di carciofo ai verdi piselli primaticci, dalle dolci favette rugiadose alle olive amarognole, dalle erbe aromatiche e stimolanti alle sottili fette di prosciutto rosato ed agli odorosi condimenti, tutto, sapientemente dosato, dà sostanza e preziosità a questa raffinata pietanza.

 

Nei villaggi montani, alla fine dell' inverno, alcuni giorni dopo l' uccisione del maiale, i ciccioli ricavati dallo scioglimento del grasso formano l' elemento fondamentale per la contenzione de is coccòis di erda o covazzèdas de gerda.

Queste grasse focacce, ripiene di ciccioli schiacciati insieme a formaggio salato, patate e mentastro profumato, costituiscono un cibo molto nutriente nella stagione fredda.

 

A Sassari, d'inverno, nei quartieri popolari si produce e si vende la fainè una sottile e saporita schiacciata di farina di ceci, di sicura origine genovese, molto apprezzata dai Turritani che ne sono ghiotti.

Nei villaggi montani, alla fine dell' inverno, alcuni giorni dopo l' uccisione del maiale, i ciccioli ricavati dallo scioglimento del grasso formano l' elemento fondamentale per la contenzione de is coccòis di erda o covazzèdas de gerda.

Queste grasse focacce, ripiene di ciccioli schiacciati insieme a formaggio salato, patate e mentastro profumato, costituiscono un cibo molto nutriente nella stagione fredda.

 

A Sassari, d'inverno, nei quartieri popolari si produce e si vende la fainè una sottile e saporita schiacciata di farina di ceci, di sicura origine genovese, molto apprezzata dai Turritani che ne sono ghiotti.

 A Carloforte la cucina locale vanta come piatto tipicò 'u cascà, una minestra asciutta a base di minuscola fregola sarda, tenere cime di cavolfiore, carne tritata, piselli e spezie piccanti. Questa singolare vivanda deriva senza dubbio dalla tradizionale pietanza araba kùskus e ricorda ai Carlofortini l' influenza che su di essi esercitarono i popoli africani durante l'esilio e la schiavitù.

 A Carloforte la cucina locale vanta come piatto tipicò 'u cascà, una minestra asciutta a base di minuscola fregola sarda, tenere cime di cavolfiore, carne tritata, piselli e spezie piccanti. Questa singolare vivanda deriva senza dubbio dalla tradizionale pietanza araba kùskus e ricorda ai Carlofortini l' influenza che su di essi esercitarono i popoli africani durante l'esilio e la schiavitù.

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